Pubblicata in ottobre dal Centro Studi Acimac/MECS la 13a edizione dello studio annuale “Produzione e consumo mondiale di piastrelle ceramiche”.
Per l’industria e il mercato mondiale delle piastrelle ceramiche, il 2025 dovrebbe segnare la prima positiva inversione di tendenza rispetto al triennio precedente, caratterizzato da una contrazione dei volumi prodotti e consumati. In attesa dei dati preconsuntivi sull’anno in corso, il Centro Studi Acimac / MECS ha pubblicato in ottobre la 13° edizione dello studio annuale “Produzione e consumo mondiale di piastrelle ceramiche” che fotografa l’andamento del settore fino al 2024. Ne emerge come il protrarsi del generale rallentamento dell’economia e delle tensioni geopolitiche internazionali si sia tradotto l’anno scorso in un ulteriore raffreddamento della domanda globale di piastrelle e, di conseguenza, in una nuova contrazione dei volumi globali di produzione.
![]()
Photo courtesy of Casalgrande Padana
L'andamento della produzione per macroaree geografiche
Complessivamente, nel 2024 la produzione mondiale di piastrelle è scesa a 14.950 milioni mq, segnando un -6,2% sui 15.937 milioni del 2023. Nonostante quasi tutte le aree siano risultate in flessione, in realtà i 987 milioni mq in meno si sono persi quasi tutti in Asia e Nord Africa.
La produzione in Asia è calata del 6,5%, da 11,6 a 10,9 miliardi mq, pari al 72,8% della produzione globale; un risultato negativo sul quale la Cina ha contribuito con una perdita di 820 milioni mq, e parzialmente compensato dal recupero di oltre 100 milioni mq del Vietnam.
Il continente europeo ha prodotto complessivamente 1.615 milioni mq (il 10,9% della produzione mondiale). Grazie al recupero della produzione spagnola, l’Unione Europea ha potuto segnare un leggero +1,4% (da 1.039 a 1.054 milioni mq), ben lontano però dal compensare il -18% del 2023. In flessione, invece, l’area dell'Europa extra-UE (561 milioni mq; -8,8%), su cui ha inciso il decremento della Turchia.
In calo, a 1.428 milioni mq, anche la produzione nel continente americano: il Nord America è sceso da 349 a 328 milioni mq (-6%), mentre il Centro-Sud America si è fermato a 1.100 milioni mq segnando un -2,1%.
Infine, l’Africa, dove la produzione ha subito la sua prima battuta d’arresto dopo oltre 10 anni di sviluppo, scendendo da 1.178 a 1.025 milioni mq (-13%): il calo in questo caso è da attribuire alla importante flessione in Egitto e, in misura minore, in Algeria, mentre l’area Sub Sahariana ha tenuto i livelli 2023.
In generale, la contrazione dei volumi prodotti nel 2024 ha rispecchiato una domanda del mercato ancora stagnante. L’anno scorso il consumo mondiale di piastrelle è infatti calato da 15.621 a 14.552 milioni mq (-6,8%), ma l’andamento delle varie aree geografiche non è stato omogeneo.
In crescita, anche in questo caso, i consumi di piastrelle in Unione Europea, saliti dell’1% a 839 milioni mq. Lievissima la flessione in Centro-Sud America (1.205 milioni mq; -0,9%), in Nord America (542 milioni mq; -1,6%) e in Europa extra-UE (623 milioni mq; -2%). Decisamente più sensibile è stato il calo in Africa (1.227 milioni mq; -14,3%) e, soprattutto, in Asia, dove la domanda è scesa da 10,9 a 10 miliardi mq (-7,7%), pari al 69% del consumo globale.
![]()
Photo courtesy of Kaleseramik
Cina, India e Brasile sul podio dei maggiori produttori di piastrelle ceramiche
Cina, India e Brasile si sono confermati ancora una volta al vertice della classifica dei maggiori paesi produttori di piastrelle ceramiche, pur mostrando dinamiche diverse.
Maggiore produttore, consumatore ed esportatore mondiale di piastrelle ceramiche, nel 2024 la Cina ha registrato un nuovo calo di produzione e vendite, per il terzo anno consecutivo. Secondo la China Building and Sanitary Ceramics Association, la minore domanda interna (5,3 miliardi mq; -13% sul 2023) ha costretto a limitare la produzione a 5,9 miliardi mq (-12,2% sui 6,7 miliardi del 2023), a fronte di una capacità installata di 12,2 miliardi mq. In calo anche il numero di aziende attive: 938, contro le 1.022 del 2023.
L’India, che mantiene la posizione di secondo maggiore produttore, consumatore ed esportatore di piastrelle, ha registrato l’anno scorso una flessione del 2% della produzione nazionale, scesa a 2,4 miliardi mq, in risposta sia al rallentamento dei consumi interni (1.620 milioni mq; -4,7%), sia alla prima battuta d’arresto dell’export, sceso da 589 a 525 milioni mq (-10,9%).
Di segno opposto l’andamento in Brasile, terzo maggiore produttore e consumatore mondiale, che nel 2024 ha segnato un primo parziale recupero della produzione persa nei due anni precedenti, salendo a 825 milioni mq (+4%), parallelamente all’analoga ripresa del mercato interno (727 milioni mq; +4,8%).
Tra i principali Paesi produttori di piastrelle troviamo poi il Vietnam che nel 2024 ha recuperato gran parte della flessione del 2023, riportando la produzione a 504 milioni mq (+27%); seguono l’Iran con 450 milioni mq, la Spagna (416 milioni mq, in recupero del +5,6% sul 2023) e l'Indonesia, dove la produzione è calata dell'1,4% a 407 milioni mq e i consumi sono scesi a 470 milioni mq (-5%). Ottavo maggiore paese produttore è stato l’Italia, che ha mantenuto la produzione sui livelli del 2023 a 369,8 milioni mq (-1%). In flessione invece la Turchia, dove la produzione ha subito un brusco ridimensionamento a 318 milioni mq (-14,5%) a causa di una domanda interna scesa a 232 milioni mq (-12%).
![]()
Photo courtesy of Ragno
Tieniti aggiornato sul settore con dati e analisi selezionate ogni mese: iscriviti al TECNA Magazine
POWERED BY CWR
PUBBLICAZIONE
10/12/2025