Il futuro delle costruzioni in Europa tra ripresa e incertezza
Inflazione in calo, fondi Ue e sfide geopolitiche ridisegnano il panorama del settore nei prossimi anni.
La filiera europea delle costruzioni si trova in una delicata fase di transizione. Dopo il rimbalzo post-pandemico del biennio 2021-2022, favorito da importanti stimoli finanziari e da una domanda in crescita, gli anni successivi hanno visto un brusco rallentamento.
L’inflazione ai massimi da decenni, il conseguente rialzo dei tassi d’interesse e le incertezze geopolitiche tuttora presenti sullo scacchiere internazionale hanno frenato gli investimenti pubblici e privati. Tanto che oggi, alcuni tra i principali osservatori di settore come Euroconstruct ed EECFA, intravvedono sì una ripresa, ma irregolare e piena di punti interrogativi.
La 99a Conferenza Euroconstruct
Secondo la 99a indagine Euroconstruct presentata a Varsavia lo scorso giugno, l’attività edilizia nei 19 Paesi presi tradizionalmente in esame (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) è diminuita del 2,1% nel 2024 (-0,3% rispetto alle previsioni presentate alla 98esima conferenza di dicembre 2024).
Le stime più attuali, scrive Mariusz Sochacki nel suo resoconto pubblicato su Euroconstruct, indicherebbero però un’inversione della tendenza negativa e un ritorno alla crescita nei prossimi anni, a partire proprio dal 2025.
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Le previsioni di crescita al 2027
La produzione nell’area Euroconstruct aumenterà dello 0,3% e negli anni successivi (2026-2027) l’aumento sarà di circa il 2%.
Il valore totale previsto del mercato delle costruzioni nei 19 Paesi Euroconstruct nel 2027 sarà inferiore dell’1,4% rispetto al livello raggiunto nel 2021, ma superiore del 3,5% in relazione al 2024.
La Polonia potrebbe registrare la crescita cumulata più forte nel periodo 2025-2027, grazie a un aumento a doppia cifra sia nelle nuove costruzioni che nei lavori di ristrutturazione. In Irlanda, invece, l’elevata crescita cumulata entro il 2027 sarà principalmente il risultato dell’aumento della domanda di nuove costruzioni.
Residenziale in difficoltà, civile in rallentamento
Tutti e tre i principali segmenti del mercato messi sotto la lente di ingrandimento da Euroconstruct (edilizia residenziale, non residenziale e ingegneria civile) cresceranno in termini reali tra il 2025 e il 2027, ma le prospettive di crescita non sono molto ottimistiche, poiché il tasso annuo non supera il 2-3%. Questo vale sia per l’edilizia che per l’ingegneria civile, sia per le nuove costruzioni che per quelle oggetto di ristrutturazione.
Il report prevede poi che la tendenza al ribasso nell’edilizia residenziale continuerà almeno fino a tutto quest’anno. Tuttavia, nel biennio 2026-2027, si prevede una ripresa del mercato, principalmente nelle nuove costruzioni abitative.
La debole domanda interna e le finanze pubbliche fragili continueranno a ostacolare nel triennio 2025-2027 la crescita dell’edilizia non residenziale nella maggior parte dei Paesi europei.
Anche il tasso di crescita dell’ingegneria civile totale rimarrà basso nei prossimi anni.
La crescita totale della produzione edilizia, la cui crescita cumulata sarà del 4,6%, sarà trainata soprattutto dalla costruzione di edifici residenziali.
L’andamento nei singoli Paesi
La crescita cumulata a doppia cifra si verificherà in Polonia (16,5%), Svezia (15,8%), Irlanda (15,2%), Spagna (10,5%) e nel Regno Unito (10,3%), mentre in Francia sarà del 3,7%.
Una significativa contrazione del mercato delle costruzioni è prevista in Italia (-5,8%), mentre tendenze di stagnazione caratterizzeranno Germania, Austria e Belgio.
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Il report di EECFA su Est e Sud-Est Europa
Nuovo studio, ma stesso sentiment anche da parte di EECFA. Il centro di ricerche che porta lo sguardo sull’Est e Sud-Est Europa fotografa un mosaico altrettanto eterogeneo.
- In Bulgaria la produzione totale è prevista in crescita media del 3% nel triennio 2025-2027, con un’accelerazione nella parte centrale del periodo. Il settore residenziale sarà il più debole, mentre il non residenziale e l’ingegneria civile registreranno le performance migliori. L’economia bulgara crescerà più lentamente del previsto, ma beneficerà del fresco ingresso nell’area Schengen (1° gennaio 2025) e dell’adozione dell’euro attesa per il prossimo anno.
- In Croazia, la vivacità del settore è sostenuta dalla crescita di recupero tipica delle economie in transizione e dai forti afflussi di fondi Ue. Entrambe le spinte stanno però diminuendo, e ciò influenzerà i vari segmenti in modo diseguale.
- In Romania, il quadro macroeconomico resta positivo ma più cauto: instabilità politica e incertezza fiscale frenano la crescita. Il deficit pubblico più alto dell’Ue limita la capacità di investimento, con effetti negativi sull’ingegneria civile, che nel 2024 aveva compensato il calo degli altri segmenti. La previsione per il totale costruzioni è negativa in termini reali per il 2025 e per il 2026. Tuttavia, il calo di inflazione e tassi, unito a buoni indicatori occupazionali, potrebbe sostenere la domanda privata.
- In Serbia, il 2025 porta nuovi progressi nell’edilizia, mentre l’ingegneria civile entra in una fase di consolidamento dopo la forte espansione del biennio 2023-2024. L’edilizia è sostenuta da investimenti pubblici e privati, incentivati dai grandi preparativi per Expo 2027 a Belgrado. Il non residenziale è il principale beneficiario di questo evento, in particolare nei segmenti commerciale, uffici e alberghiero, mentre il residenziale mantiene volumi storicamente elevati. Si registrano alcuni ritardi nell’ingegneria civile, ma la performance complessiva resta solida.
- In Slovenia, la produzione totale nel settore delle costruzioni è destinata a diminuire rispetto al massimo storico di 5,5 miliardi di euro raggiunto nel 2023. Nel 2024 e 2025 si prevede una contrazione, pur mantenendosi sopra i 5 miliardi di euro annui. Il ritorno alla crescita è atteso nel biennio 2026-2027, trainato soprattutto dal residenziale, favorito a sua volta dalla discesa dei tassi sui mutui. Al contrario, l’ingegneria civile dovrebbe subire una forte riduzione nel 2024-2025, a causa della conclusione di alcuni grandi progetti, come la nuova linea ferroviaria di collegamento con il porto di Capodistria.

Russia, Turchia e Ucraina: percorsi divergenti
Quanto ai Paesi dell’Europa orientale, Russia, Turchia e Ucraina hanno vissuto evoluzioni molto diverse.
- Secondo Andrey Vakulenko dell’istituto Macon, membro russo di EECFA, il settore delle costruzioni in Russia sarà sotto pressione a causa di diversi fattori macroeconomici. La politica monetaria restrittiva e la ridotta disponibilità di mutui rallenteranno la costruzione residenziale. Inoltre, l’alto costo del finanziamento dei progetti, il raffreddamento generale dell’economia, la contrazione dei consumi e dell’attività imprenditoriale ridurranno gli investimenti nel non residenziale.
- In Turchia, secondo Ali Türel, ricercatore EECFA, l’aumento dei prezzi delle abitazioni rispetto ai costi di costruzione incoraggia la realizzazione di nuove abitazioni, mentre la perdita di potere d’acquisto rispetto all’inflazione spinge molti acquisti cash, visto e considerato che i mutui sono inaccessibili per la maggior parte delle famiglie. La ricostruzione di 870mila unità abitative danneggiate dal terremoto richiede circa 100 miliardi di euro di investimenti, una voce che, purtroppo, ha contribuito in modo rilevante a generare i grandi disavanzi nazionali degli ultimi anni.
- In Ucraina, infine, nonostante la guerra, il settore delle costruzioni mostra potenziali segnali di ripresa. Secondo Sergii Zapototskyi di Uvecon, membro ucraino di EECFA, la Banca Mondiale stima in 486 miliardi di dollari il fabbisogno totale per la ricostruzione. Barriere burocratiche, carenza di manodopera, scarsità e alti costi dei materiali da costruzione, senza dimenticare le difficoltà logistiche acuite dal conflitto ancora in corso, saranno gli ostacoli principali sulla via della ricostruzione post-bellica.
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